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Giovani e lavoro: futuro sospeso tra paure e speranza

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Paura del futuro tra Covid, incertezza e lavoro che non c’è. Quale prospettiva possiamo offrire ai più giovani?

La crisi dei valori che ogni giorno separa aziende e giovani è una vera e propria rivoluzione del mondo del lavoro. Comprenderla, ed affrontare ansie e paura che questo cambiamento comporta, è la sfida dei nostri tempi.

Il tema del lavoro in Italia è da sempre uno dei temi più chiacchierati sia a livello sociale che politico, e questo perché, da un lato, è legato in modo indissolubile alla situazione economica, che viene quasi sempre definita in “crisi”, e, dall’altro lato, riflette l’incapacità della struttura organizzativa di rispondere in modo adeguato all’esigenza di un “mercato” del lavoro in movimento.

La crisi di aziende e candidati

Il discorso riporta sempre alle stesse criticità: relazione tra le parti sociali fallimentariproposte contrattuali inadeguate e rigide e incapacità degli istituti formativi di fornire gli strumenti adeguati all’inserimento del mondo del lavoro.

Qui non vogliamo schierarci o creare un dibattito politico, vogliamo sicuramente affermare a voce alta che le tematiche del lavoro devono, e meritano, di essere affrontate da un punto di vista più ampio e profondo, andando a pescare nelle qualità vere e ancestrali dei valori umani che sono fondamentalmente immutabili.

E per questo, quando parliamo di “lavoro” non possiamo legare questo tema alla semplice mercificazione del lavoro rappresentandolo come la volontà di raggiungere la massima produttività del breve periodo e al minor costo possibile, ma dobbiamo ragionare per creare valore nel lungo periodo sia per l’azienda che per il lavoratore.

Il valore del lavoro

Fortemente, mi sento di dire che al di là dei cambiamenti, delle trasformazioni e delle innovazioni, l’atomo dei valori di dignità e libertà che il lavoro rappresenta, non può scomparire o essere sostituito perché farlo significherebbe consolidare il fenomeno al quale stiamo assistendo: l’azienda soffre per mancanza di dipendenti, il giovane preferisce rimanere senza lavoro.

Entrambi perdono tempo, valore aggiunto, progetti per il futuro.

Questa convinzione spinge me, e i miei colleghi di Jobsubito, a svolgere il nostro lavoro orientati verso questo atomo di valori, ampliandolo e trasferendolo ad entrambi gli attori (giovani e aziende).

Cosa può fare Jobsubito?

La responsabilità di chi è impegnato in questo settore è, sia di comprendere a fondo le situazioni di grande sofferenza imprenditoriale (mentalità, costi, tasse, burocrazia…), che analizzare i desideri professionali e personali delle nuove categorie di lavoratori deboli e per larga parte esclusi.

È nostra responsabilità e necessità non abbandonare i giovani a questa situazione di incertezza e paura, e di accompagnarli in questo passaggio spesso articolato e sofferto, cercando, ad ogni livello, di offrire soluzioni di speranza e profondità di valori.

Senza dialogo, la difficoltà di chi vuole trovare personale, mantenendo le stesse condizioni applicate negli anni, rimane. E resta la frustrazione, la sfiducia e l’ostilità dei giovani verso il mondo del lavoro, che lo vedono già lontano e diverso da sé stessi.

Quando manca il confronto e non si riconoscono le posizioni dell’altro, perdiamo tutti: le agenzie, i datori di lavoro e i candidati.

Conciliare questo conflitto di valori, e la mancanza di dialogo che ne deriva, è la difficile sfida che gli attori di questo travagliato mondo, in costante evoluzione, sono chiamati a fronteggiare oggi.

Non sappiamo come si trasformerà ancora, in futuro, il mondo del lavoro. Quel che sappiamo è che un cambiamento storico è già in atto e noi ne facciamo attivamente parte.

Cogliamo questa opportunità, cavalchiamo il cambiamento, raccogliamo la sfida, interpretiamo i segnali, adattiamoci al mercato e mettiamoci in gioco:

Noi crediamo nell'importanza della condivisione. E tu?

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